La cucina piemontese è una cucina di sostanza, nata nelle case contadine, dove nulla veniva sprecato e ogni ingrediente trovava il suo posto in tavola. La cucina di sostanza è una cucina che punta alla concretezza, alla genuinità e al nutrimento. È fatta di piatti robusti, che scaldano e saziano, pensati per dare energia a chi lavorava nei campi o affrontava le fredde giornate invernali.
Ingredienti semplici, spesso poveri, venivano trasformati con sapienza e ingegno in pietanze ricche di sapore e tradizione.
I capunet, il cui nome deriva dal termine piemontese "capun", che significa "piccolo cappone", indicano un involtino che, nella tradizione, sostituiva la carne nei giorni in cui era un lusso. Un tempo erano preparati con gli avanzi della cucina e con le foglie più grandi della verza, diventando così un piatto umile ma saporito. Oggi sono un piatto tipico e ricco di sapore, perfetto per chi ama la cucina semplice e autentica.
Rimuovete le foglie esterne più dure e lavate accuratamente la verza sotto acqua corrente per
eliminare eventuali residui di terra. Tamponate con un canovaccio per asciugarla
leggermente.
Sbollentate le foglie di verza in acqua bollente salata per circa 2 minuti, poi scolatele e lasciatele raffreddare.
Ammollate il pane nell'acqua di cottura del cavolo, quindi strizzatelo e mescolatelo in una ciotola con la carne macinata, l’uovo, il parmigiano, il sale, il pepe e una grattugiata di noce moscata.
Disponete una cucchiaiata di ripieno al centro di ogni foglia di verza, chiudete ripiegando i
lati corti verso l'interno e poi arrotolate la foglia fino a sigillarla bene.
In una padella capiente, mettete una noce di burro e rosolate i capunet su tutti i lati.
Aggiungete mezzo bicchiere di brodo e cuocete a fuoco dolce per 15 minuti coperto.
Portate in tavola i capunet caldissimi.
L'acqua di cottura del cavolo può essere riutilizzata in diversi modi: