Luvertin: l’erba segreta che annuncia la primavera

Bentornati nel mio blog! Oggi parliamo del sapore autentico dei luvertin, il luppolo selvatico! Vedremo anche come trasformarlo in piatti casalinghi dal profumo di ricordi. Siete pronti?

Raccogliere i luvertin: l’arte di trovare il selvatico buono

C’è chi aspetta la primavera per vedere sbocciare i fiori e chi per andare a luvertin. Perché i
luvertin, quei ricciolini verdi che si arrampicano tra i rovi e i cespugli, non si comprano: si
cercano, si conoscono, si rispettano.
Sono i germogli giovani del luppolo selvatico (Humulus lupulus). Una pianta rampicante,
perenne, che cresce allo stato spontaneo in mezzo alla natura vera: lungo i fossi, tra le vigne
abbandonate, attorcigliata ai pali o nascosta tra i rovi. Se non sai dov’è, non la vedi. Ma chi la
conosce, ogni primavera ci torna come a un appuntamento segreto.

Quando e dove cercarli

Il periodo giusto per la raccolta è tra fine marzo e aprile, quando le giornate si allungano ma
l’aria è ancora fresca. I germogli spuntano dal terreno e si allungano verso l’alto,
avvolgendosi a spirale a tutto quello che incontrano. Li trovi in zone fresche, umide e poco
calpestate, lontane dai campi trattati o dalle strade trafficate.

Come si raccolgono davvero

Per raccogliere bene i luvertin ci vogliono: occhi allenati, pazienza, e le mani giuste.
Si raccolgono a mano, piegandosi vicino alla pianta. Non si strappano: si spezzano nel punto
giusto, dove il gambo si lascia andare con un tic netto. Di solito si prende solo la parte più giovane e tenera del germoglio, lunga circa 15–20 cm. La punta dev’essere arricciata, e il
gambo flessibile ma croccante.


⚠️ Occhio: i gambi più lunghi e rigidi sono già troppo fibrosi. E niente raccolta selvaggia: si
lascia sempre una parte della pianta per permetterle di crescere anche l’anno dopo.

Un consiglio da chi li raccoglie da anni (io!)

I luvertin hanno una peluria sottile, che può pizzicare un po’ la pelle. Se sei delicata, portati dietro un paio di guanti leggeri. E non dimenticare un cestino o una sporta traspirante:
niente sacchetti di plastica, che li fanno appassire subito.

Pulizia e preparazione dei luvertin: come si faceva una volta

Una volta a casa, la parte “selvatica” lascia spazio alla cura. I luvertin vanno trattati con
pazienza e rispetto, come tutti gli ingredienti veri.

  1. Mettili in ammollo in una bacinella con acqua fredda e un goccio di aceto o bicarbonato.
  2. Risciacquali bene più volte, finché l’acqua non è limpida.
  3. Spezza via la parte finale del gambo, quella che non si rompe facilmente. Resta solo la
    parte tenera, quella buona.
  4. Elimina eventuali foglioline dure, ma lascia quelle giovani: danno sapore.
  5. Asciugali con un canovaccio pulito oppure lasciali scolare nello scolapasta.
Segreti da cuciniera: tutto quello che i luvertin non dicono

I luvertin sono umili, ma hanno carattere. E come tutte le cose selvatiche, in cucina vanno
trattati con rispetto, ma anche con astuzia. Non è solo questione di sapore: è questione di
saperli “ascoltare”.
– Cottura breve, ma decisa
I germogli di luppolo hanno una fibra delicata, ma anche un leggero retrogusto amarognolo
— che è proprio il loro bello, ma va bilanciato.
Il segreto è sbollentarli 1-2 minuti in acqua salata, poi passarli in padella o inserirli nella
ricetta finale. Questa precottura aiuta a mantenere il verde brillante e ad “addolcire” l’erba.
-Mai cuocerli con troppa roba
Evita di coprire il loro sapore. I luvertin danno il meglio quando sono i protagonisti, magari
con un uovo, un po’ di cipolla, un filo d’olio o del riso.
-Il trucco della nonna per conservarli
Se ne raccogli tanti o li compri in abbondanza, puoi conservarli per 1-2 giorni avvolti in un
panno umido dentro il frigo, oppure sbianchirli e congelarli in piccole palline

Dalla campagna al mercato: oggi i luvertin si trovano facilmente anche in commercio

Un tempo erano roba da raccoglitori, da contadini e da nonne con le mani nodose. Ma oggi, per fortuna, i luvertin sono riscoperti anche dal mercato.
Nelle botteghe ortofrutticole più fornite, nei mercati contadini o nelle fiere primaverili di paese, capita sempre più spesso di trovare i luvertin in piccoli mazzetti legati con lo spago,
proprio come si faceva una volta.

Curiosità e note tecniche sui luvertin
È lo stesso luppolo della birra?

Sì, i luvertin sono i germogli primaverili della stessa pianta usata per produrre la birra:
l’Humulus lupulus. Questa pianta erbacea rampicante perenne, appartenente alla famiglia
delle Cannabaceae, offre due parti ben distinte a seconda del momento dell’anno:

  • In primavera produce i germogli teneri, chiamati luvertin, usati in cucina per frittate,
    risotti e piatti rustici;
  • In estate sviluppa i coni femminili, ovvero le infiorescenze ricche di resine e oli aromatici,
    che vengono essiccati e utilizzati nella birrificazione.
    Curiosità: il luppolo è una pianta dioica, cioè esistono piante maschili e femminili. Solo i coni
    delle piante femmine vengono usati nella birra.
    In sintesi: stessa pianta, ma due usi molto diversi. La cucina contadina ne raccoglie la parte
    più tenera e giovane, mentre i mastri birrai attendono i suoi fiori per fare magie con il malto!
Proprietà nutrizionali dei luvertin

I luvertin sono ricchi di:

  • fibre vegetali (ottime per la digestione),
  • polifenoli e flavonoidi (antiossidanti naturali),
  • vitamine A, C, E e del gruppo B,
  • potassio e magnesio, utili per il sistema nervoso e muscolare.
    Sono quindi leggeri, depurativi e tonici, perfetti per una cucina primaverile che “pulisce”
    dopo l’inverno.
    Nota della cuciniera esperta: il leggero sapore amarognolo è proprio dovuto ai polifenoli,
    che stimolano il fegato e aiutano la digestione.
Tecniche si sbianchitura: perchè è utile

Quando sbollenti brevemente i luvertin (il classico “sbianchimento”), stai facendo una
tecnica che:

  • disattiva gli enzimi vegetali che causerebbero imbrunimento e ossidazione (degradazione)
  • riduce l’amaro naturale,
  • mantiene più stabile il colore verde brillante,
  • ammorbidisce la fibra, rendendoli più digeribili e piacevoli al morso.
    Consiglio pratico: dopo lo sbianchimento, raffreddali subito in acqua e ghiaccio per
    “bloccare” la cottura, fissare il colore e se devi congelarli o conservarli per qualche giorno, si riduce il rischio di sviluppo batterico
Conservazione sottovuoto o congelamento

Se vuoi conservarli più a lungo:

  • congelali dopo averli sbollentati, ben asciutti e porzionati;
  • oppure usali nella cucina sottovuoto: cotti a bassa temperatura, conservano colore e
    aroma.
    Questa tecnica è usata in ristorazione, ma si può adattare anche in casa per chi ha
    l’attrezzatura.
Invito in cucina: lasciati conquistare dai luvertin!

I luvertin non sono solo un’erba: sono un assaggio di primavera vera, quella che profuma di
prato, di tempo lento e di mani sporche di terra. Sono un sapore antico che merita di essere
riscoperto, cucinato con semplicità e gustato con rispetto.
Se non li hai mai provati, è il momento giusto per farlo. Che tu li raccolga tu stessa con il
cestino tra i campi, o li trovi al mercato in un mazzetto ordinato, porta in cucina un pezzo di
natura selvatica. Non serve fare ricette complicate: bastano due uova, un filo d’olio buono, e
i luvertin faranno il resto.
Provali, assaggiali, e lasciati sorprendere. Perché certe cose, anche se nascono tra i rovi,
sanno parlare dritto al cuore.

A tal proposito, puoi sbirciare nel mio ricettario e provare la mia frittata ai luvertin! La trovi qui:

pinit

Io ti ringrazio per aver letto il mio articolo sui luvertin, e ti aspetto sempre qui per tanti consigli di cucina casereccia!
Monica

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