Marmellata di Ramassin

Tempo totale: 1 ora 30 min Difficoltà: Principiante
Un racconto d'amore fatto di tradizione, famiglia e sapori autentici del Piemonte
colazione con fette di pane e marmellata di ramassin pinit

Marmellata di Ramassin

Ogni estate, quando i ramassin iniziavano a cadere morbidi dall'albero, per me quello era il segnale che il momento tanto atteso era arrivato. In cucina, mamma prendeva il suo posto come ogni anno: grembiule ben allacciato, frutta profumata da snocciolare con cura, il grande pentolone già pronto sul fuoco.

Era un rito silenzioso, fatto di gesti precisi e amorevoli, sempre uguali eppure sempre diversi, sempre pieni di quella cura che solo le mamme sanno mettere in tutto quello che fanno.

Per me e le mie sorelle, la marmellata di ramassin non era semplicemente una conserva da riporre in dispensa. Era casa. Era mamma. Era il profumo inconfondibile dell'infanzia, il sapore pieno dell'estate piemontese, quella dolcezza speciale che si diffondeva in ogni angolo della casa e restava impressa nel cuore, come certe emozioni che ti accompagnano per tutta la vita.

Ogni volta che la preparava, il tempo sembrava rallentare magicamente: c'era solo lei, con quel modo tutto suo di farci sentire amate senza bisogno di pronunciare una sola parola.

La tradizione che continua

Oggi mamma non prepara più la sua marmellata, ma ogni volta che rifaccio quella ricetta preziosa, qualcosa di profondo di lei ritorna: quel profumo inconfondibile che invade la cucina, quel gesto d'amore antico, quel tempo prezioso condiviso che vale più di qualsiasi tesoro.

E così, vasetto dopo vasetto, continuo a portare avanti un pezzetto importante della sua storia, della nostra storia familiare.

Questa non è solo una marmellata. È la memoria viva di un amore semplice e profondo, che continua a nutrirmi ancora oggi – con o senza baffi appiccicosi.

Tempo di preparazione 30 mins Tempo di cottura 60 mins Tempo totale 1 ora 30 min Difficoltà: Principiante Estimated Cost: € 10,00 Stagione migliore: Estate

Ingredienti per 4 vasetti da 250 grammi

Procedimento

  1. Preparazione della frutta

    Lava accuratamente i ramassin sotto acqua corrente fredda. Asciugali delicatamente, poi dividili a metà rimuovendo il nocciolo. Raccogli tutta la polpa in una pentola capiente dal fondo spesso e antiaderente.

  1. Macerazione (consigliata)

    Aggiungi lo zucchero e il succo di limone appena spremuto alla frutta. Mescola con cura usando un cucchiaio di legno. Copri la pentola e lascia macerare in frigorifero dalle 4 alle 12 ore. Questo passaggio permetterà alla frutta di rilasciare i suoi succhi naturali.

  1. Cottura lenta

    Porta la pentola a fuoco medio e attendi che il composto raggiunga il bollore. Da questo momento, riduci leggermente la fiamma e cuoci mescolando frequentemente per evitare che si attacchi. Con questa quantità ridotta di zucchero, serviranno circa 50-60 minuti per raggiungere la consistenza perfetta.

  1. Trucco della nonna

    Fai la prova del piattino! Versa una goccia di marmellata su un piattino freddo: se non cola quando lo inclini, è pronta.

  1. Rifinitura (facoltativo)

    Se preferisci una consistenza più omogenea, usa un frullatore ad immersione direttamente nella pentola prima dell'invasamento, mantenendo però alcuni pezzi di frutta per carattere.

  1. Invasamento e conservazione

    Versa la marmellata ancora bollente in vasetti di vetro precedentemente sterilizzati. Chiudi immediatamente con tappi nuovi e capovolgi i vasetti per 10 minuti. Raddrizzali e lasciali raffreddare completamente a temperatura ambiente.

    Verifica sempre il sottovuoto: il tappo deve essere leggermente concavo e non deve fare "click" quando premuto. Conserva in un luogo fresco e buio.

    Verifica sempre il sottovuoto: il tappo deve essere leggermente concavo e non deve fare "click" quando premuto. Conserva in un luogo fresco e buio.

Nota

Il sapore della memoria

Preparare la marmellata di ramassin significa molto di più che semplicemente cuocere della frutta: significa abbracciare una tradizione che sa di casa, di famiglia, di quelle radici profonde che ci tengono saldi anche quando la vita ci porta lontano. È un gesto d'amore concreto verso chi amiamo e verso noi stessi, un modo per custodire e tramandare la memoria di sapori autentici in un'epoca dove spesso ci dimentichiamo del valore delle cose fatte con calma e dedizione.

Quando apro uno di questi vasetti durante l'inverno, il profumo che si sprigiona mi riporta immediatamente a quelle estati di quando ero bambina. È come se il tempo si fermasse ancora una volta: sento quasi il rumore della frutta che bolle piano nella pentola di mamma, vedo le sue mani esperte che mescolano con pazienza, respiro quell'atmosfera di festa silenziosa che si creava in cucina ogni volta che preparava le conserve.

Ogni vasetto racchiude non solo la dolcezza concentrata della frutta estiva, ma anche la magia irripetibile di gesti semplici che diventano straordinari quando vengono fatti con il cuore pieno d'amore. È la stessa magia che vedo negli occhi dei miei nipotini quando spalmo quella marmellata dorata sul loro pane a merenda, e loro mi guardano con quegli stessi occhi golosi che dovevo avere io tanti anni fa.

La marmellata di ramassin non è solo una ricetta da tramandare: è un pezzo di storia familiare, un filo invisibile che lega le generazioni, un modo dolce per dire "ti voglio bene" senza bisogno di tante parole. E quando i miei nipoti cresceranno e un giorno prepareranno questa stessa marmellata per i loro figli, porteranno avanti non solo una ricetta, ma un patrimonio di affetto, di risate in cucina e di quella pace serena che si trova solo nei gesti d'amore più semplici.

Allora, cari amici, preparate i vostri grembiuli e mettete sul fuoco il pentolone: è ora di creare nuovi ricordi dolci... e attente ai baffi appiccicosi, che quelli sono sempre garantiti!

 


Parole chiave: marmellata di Ramassin, ricette piemontesi, conserve casalinghe, marmellata fatta in casa, prugne piemontesi, merenda rustica

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